Fobia Sociale

Una timidezza eccessiva

Carla,  insegnante di 40 anni, non coniugata, lamenta di soffrire da oltre 20 anni di un “fastidioso e ridicolo arrossamento del volto ogni volta ha necessità di interagire con gli altri, i colleghi in particolare e ancor più con i superiori” che si accompagna a “vampate di calore, tremore e, spesso, sensazione di confusione mentale che mi impedisce di essere pronta a recepire ciò che hanno da dirmi cosicché appaio, come al solito, goffa e inadeguata”. Approfondendo emerge la tendenza, presente fin dall’infanzia, a percepire gli altri come ipercritici e svalutanti associata al timore di essere oggetto di derisione che hanno condizionato, nel tempo, l’evitamento da parte di Carla di molte situazioni sociali, non esclusivamente legate all’ambito lavorativo.

Carla presenta una sintomatologia compatibile con un quadro clinico definito come Disturbo da Ansia Sociale (o Fobia Sociale) che si caratterizza per il timore e, in alcuni casi l’evitamento, di una o più situazioni sociali nelle quali l’individuo risulti esposto al possibile giudizio altrui, per il timore di poter agire in modo goffo o imbarazzante oppure di mostrare sintomi d’ansia.
Nonostante l’esordio del disturbo si collochi abbastanza precocemente, generalmente tra i 15 e i 25 anni, i soggetti giungono all’osservazione clinica con un ritardo di circa 10 anni dall’esordio e spesso la richiesta di intervento è determinata dall’insorgenza di complicanze quali depressione o abuso di alcolici o di ansiolitici.