Impulsività e disturbi d’ansia

La Dott.ssa Alessandra Del Carlo ha partecipato al Congresso della Società Italiana di Psichiatria nella sua sezione giovani tenutosi a Riccione dal 13 al 16 Ottobre 2010 con un lavoro di ricerca riguardante i rapporti tra Impulsività e Disturbi d’Ansia.

 

L’impulsività è una componente del comportamento normale e patologico che caratterizza l’iniziativa all’azione. Essa è stata definita come “la tendenza a reagire in modo rapido e non pianificato ad una vasta gamma di stimolazioni senza la necessaria valutazione delle conseguenze dell’azione”. La relazione tra ansia e impulsività è controversa ed ha ricevuto scarsa attenzione nel dibattito scientifico. Storicamente le due dimensioni sono state considerate pressoché antitetiche. Tuttavia, alcuni dati epidemiologici e clinici evidenziano come non invariabilmente i pazienti affetti da disturbi d’ansia presentino delle caratteristiche cliniche considerate come “prototipiche” della patologia ansiosa quali ad esempio la tendenza all’ipercontrollo e all’evitamento del danno. Una ricerca recente ha infatti documentato come almeno un sottogruppo di pazienti con ansia sociale mostri una particolare disposizione verso comportamenti a rischio, instabilità relazionale e affettiva a livello interpersonale e, in ultima analisi, impulsività. Altri autori hanno inoltre sottolineato la possibilità che questi pazienti reagiscano con reazioni di tipo impulsivo/aggressivo al rifiuto (reale o percepito).

 

L’indagine portata avanti dalla Dott.ssa Del Carlo e coordinata dal Professor Giulio Perugi,  presso la Clinica Psichiatrica dell’Università di Pisa, si prefiggeva di valutare i livelli di impulsività in soggetti affetti da disturbo d’ansia e di confrontarli con quelli di un gruppo di soggetti di controllo appaiati per caratteristiche demografiche. Le ipotesi della ricerca erano che i livelli di impulsività  (a) risultassero maggiori nei pazienti affetti da disturbi d’ansia rispetto ai controlli; (b) non fossero dipendenti dal disturbo d’ansia in sè ma condizionati alla presenza, in alcuni pazienti, di una comorbidità con il disturbo ciclotimico che affiancasse il disturbo d’ansia.

 

I risultati ottenuti hanno mostrato come l’impulsività sia risultata, nel campione esaminato, più elevata nei soggetti affetti da disturbo d’ansia rispetto ai soggetti di controllo in particolare se il disturbo d’ansia concomitava con il disturbo ciclotimico. Da questi dati è possibile concludere come l’impulsività potrebbe essere correlata, almeno in un sottogruppo di pazienti, non al disturbo d’ansia in sè, ma alla concomitanza di forme cliniche che sono attualmente inquadrabili come forme attenuate di disturbi dell’umore di natura bipolare.