Trattamento integrato della ciclotimia

In occasione del Convegno “Il Trattamento Integrato della Ciclotimia e del Disturbo Bipolare” che si è tenuto a Pisa il 13 Ottobre 2010, la Dott.ssa Alessandra Del Carlo ha partecipato in qualità di relatore discutendo un Caso Clinico di Disturbo Ciclotimico.

 

Il Disturbo Ciclotimico viene definito come un’alterazione dell’umore cronica, caratterizzata da oscillazioni del tono affettivo e dei livelli energetici che non raggiungono l’intensità, né la durata, propri della depressione o della mania. Le oscillazioni, pur rappresentando il nucleo del disturbo, sono spesso misconosciute dal paziente poiché, frequentemente, si verificano in relazione a stimolazioni, sia interne che esterne all’organismo (componente di reattività dell’umore), oltre che apparentemente sganciate da eventi vitali (componente di instabilità intrinseca dell’umore). Alle oscillazioni sono frequentemente associati alcuni tratti e dimensioni personologiche. E’ infatti frequente che questi soggetti mostrino particolare sensibilità al giudizio e alla critica così come ansia di separazione e, più in generale, una vulnerabilità ai sintomi ansiosi ma anche impulsività e, occasionalmente, discontrollo comportamentale. Su questo substrato vengono spesso ad innestarsi diversi disturbi in associazione (disturbi d’ansia, disturbi del controllo degli impulsi, disturbi della condotta alimentare, disturbi da uso di sostanze) che, nella maggioranza dei casi, rappresentano il motivo per cui il paziente ricerca un contatto specialistico. La complessità del quadro (instabilità timica in assenza di episodi affettivi ben definiti, sovrapposizione con aspetti personologici, presenza di disfunzioni psicologiche molteplici, notevole comorbidità) rende inoltre ragione del perché il disturbo venga sovente sotto-diagnosticato oppure approcciato secondo schemi diagnostici e terapeutici convenzionali che si rivelano insoddisfacenti per questi pazienti.

 

Il caso discusso in sede congressuale prendeva in esame la storia clinica di una paziente di 23 anni, studentessa di medicina, affetta da un disturbo ciclotimico con aspetti di ansia sociale. Il disturbo, esordito in giovane età, era stato trattato per un lungo periodo con terapia a base esclusivamente di antidepressivi con scarso miglioramento sintomatologico e graduale, ma progressiva, compromissione del funzionamento fino a determinare l’interruzione degli studi e un marcato ritiro sociale. Giunta alla nostra osservazione, il trattamento in atto veniva modificato introducendo stabilizzanti dell’umore in associazione al trattamento antidepressivo e impostando un programma psicoeducativo specifico con progressivo miglioramento del quadro.